Cronache quotidiane dal Conclave - Ma quale "segretezza"?
di Robert Royal - 9 Marzo 2013
La giornata di oggi, sabato, è iniziata in relativa quiete. Ai cardinali elettori è stato richiesto di celebrare la Santa Messa domenicale nelle chiese di Roma di cui ciascuno è titolare. Successivamente è stato reso pubbico il programma per martedì prossimo. Avremo una votazione nel pomeriggio e sarò su EWTN per seguire qualsiasi notizia potrà venir fuori.
Cosa s'intenda con “notizia”, mi sorprende dirlo, è letteralmente qualunque cosa. I cardinali oggi hanno continuato le riunioni in Congregazione generale, che si suppone siano votate al segreto, e i cui contenuti non si possono rendere pubblici “a pena di scomunica” per chi rompe il giuramento di segretezza. Persino gli interpreti in simultanea e gli assistenti hanno giurato in modo da mettere a repentaglio la loro salvezza eterna qualora infrangessero il silenzio. Ciononostante, si è venuto a sapere quasi tutto: non solo cosa i cardinali abbiano discusso oggi, ma, in alcuni casi, anche quali cardinali abbiano preso la parola e su quali determinate questioni.
Non è una sorpresa, l'abbiamo detto, il fatto che il maggior numero di cardinali di sempre si sia espresso in ordine a una riforma dei meccanismi di governance del Vaticano, e che la discussione sia stata al tempo stesso “franca e fraterna”. Dopo tutto, era questo il motivo per cui Benedetto XVI ha pensato di dover rassegnare le dimissioni. Ma i membri del collegio hanno anche discusso senza mezzi termini su temi quali le relazioni con l'islam (un “cardinale africano”), la bioetica, il ruolo delle donne nella Chiesa (il card. Sandri), la collegialità, un contatto più diretto tra il papa e i suoi vescovi, e di molto altro.
Se morite dalla voglia di seguire le dichiarazioni dei cardinali e state cercando di scrutare i fondi di caffé per sapere chi potrà emergere come favorito, tutto ciò è naturalmente molto interessante. Ma se siete preoccupati del fatto che i cardinali siano in grado di lavorare senza pressioni dall'esterno quando saranno nella Cappella Sistina, allora è tutto un altro affare.
Questo perché c'è la reale possibilità che potremmo avere forse un conteggio dei voti dal vivo, giorno per giorno, in diretta dalla Cappella Sistina, e persino – chi può mai saperlo – in video. È difficile sapere da dove provengano queste rivelazioni, e non voglio porre troppa enfasi su questo punto. Ma apparecchi tecnologicamente sofisticati, come può esserlo forse oggi solo uno smartphone, possono essere tutto quello di cui c'è bisogno.
Inoltre, questo sarà il secondo Conclave in cui i cardinali non saranno rinchiusi letteralmente tutto il tempo nella Cappella Sistina. Giovanni Paolo II interruppe questa prassi dopo la sua esperienza con le sistemazioni che si utilizzavano al tempo – piccole “cabine” di fortuna fatte di corde e coperte, con servizi igienici ridotti al minimo anche per uomini anziani con problemi di prostata e che di notte avevano bisogno di recarsi ripetutamente presso strutture molto lontane.
Fu questo l'impulso alla base della costruzione della Casa di Santa Marta, una sorta di modesto hotel situato all'interno delle mura vaticane. Ma questo implica che i cardinali dovranno camminare – o essere portati – da un lato all'altro del Vaticano per raggiungere la Sistina, e per poi tornare indietro. Ci sono insomma più ampie possibilità di falle nella sicurezza di quelle cui abbiamo già assistito.
Qualche giorno fa ho fatto visita alle Guardie Svizzere – delle quali nel 2006 ho scritto la storia in occasione del loro 500esimo anniversario [pubblicata in italiano da Ancora, ndr] – che sono tanto gentili da parlare con me quando possono. Sono loro le uniche responsabili della incolumità fisica dei cardinali. Il governo vaticano, meglio: il Governatorato, come lo chiamano, ha invece la responsabilità della segretezza sul Conclave. A sua volta la Gendarmeria, ovvero la polizia vaticana, insieme ad esperti e consulenti esterni, ha il compito di rilasciare dispositivi di disturbo delle frequenze elettroniche per evitare fughe di notizie.
Abbiamo già visto come funzionino. E possiamo essere sorpresi del grado di permeabilità che un evento “segreto” come questo può assumere ai giorni nostri. L'ho detto in precedenza nel corso delle mie corrispondenze qui da Roma, ma se non si è in grado di fronteggiare il livello di segretezza che queste giornate debbono avere, e di lavorare affinché un processo delicato come l'elezione del pontefice possa andare in porto senza problemi, l'amministrazione del Vaticano richiede davvero una profondo processo di ristrutturazione.
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La giornata di oggi, sabato, è iniziata in relativa quiete. Ai cardinali elettori è stato richiesto di celebrare la Santa Messa domenicale nelle chiese di Roma di cui ciascuno è titolare. Successivamente è stato reso pubbico il programma per martedì prossimo. Avremo una votazione nel pomeriggio e sarò su EWTN per seguire qualsiasi notizia potrà venir fuori.
Cosa s'intenda con “notizia”, mi sorprende dirlo, è letteralmente qualunque cosa. I cardinali oggi hanno continuato le riunioni in Congregazione generale, che si suppone siano votate al segreto, e i cui contenuti non si possono rendere pubblici “a pena di scomunica” per chi rompe il giuramento di segretezza. Persino gli interpreti in simultanea e gli assistenti hanno giurato in modo da mettere a repentaglio la loro salvezza eterna qualora infrangessero il silenzio. Ciononostante, si è venuto a sapere quasi tutto: non solo cosa i cardinali abbiano discusso oggi, ma, in alcuni casi, anche quali cardinali abbiano preso la parola e su quali determinate questioni.
Non è una sorpresa, l'abbiamo detto, il fatto che il maggior numero di cardinali di sempre si sia espresso in ordine a una riforma dei meccanismi di governance del Vaticano, e che la discussione sia stata al tempo stesso “franca e fraterna”. Dopo tutto, era questo il motivo per cui Benedetto XVI ha pensato di dover rassegnare le dimissioni. Ma i membri del collegio hanno anche discusso senza mezzi termini su temi quali le relazioni con l'islam (un “cardinale africano”), la bioetica, il ruolo delle donne nella Chiesa (il card. Sandri), la collegialità, un contatto più diretto tra il papa e i suoi vescovi, e di molto altro.
Se morite dalla voglia di seguire le dichiarazioni dei cardinali e state cercando di scrutare i fondi di caffé per sapere chi potrà emergere come favorito, tutto ciò è naturalmente molto interessante. Ma se siete preoccupati del fatto che i cardinali siano in grado di lavorare senza pressioni dall'esterno quando saranno nella Cappella Sistina, allora è tutto un altro affare.
Questo perché c'è la reale possibilità che potremmo avere forse un conteggio dei voti dal vivo, giorno per giorno, in diretta dalla Cappella Sistina, e persino – chi può mai saperlo – in video. È difficile sapere da dove provengano queste rivelazioni, e non voglio porre troppa enfasi su questo punto. Ma apparecchi tecnologicamente sofisticati, come può esserlo forse oggi solo uno smartphone, possono essere tutto quello di cui c'è bisogno.
Inoltre, questo sarà il secondo Conclave in cui i cardinali non saranno rinchiusi letteralmente tutto il tempo nella Cappella Sistina. Giovanni Paolo II interruppe questa prassi dopo la sua esperienza con le sistemazioni che si utilizzavano al tempo – piccole “cabine” di fortuna fatte di corde e coperte, con servizi igienici ridotti al minimo anche per uomini anziani con problemi di prostata e che di notte avevano bisogno di recarsi ripetutamente presso strutture molto lontane.
Fu questo l'impulso alla base della costruzione della Casa di Santa Marta, una sorta di modesto hotel situato all'interno delle mura vaticane. Ma questo implica che i cardinali dovranno camminare – o essere portati – da un lato all'altro del Vaticano per raggiungere la Sistina, e per poi tornare indietro. Ci sono insomma più ampie possibilità di falle nella sicurezza di quelle cui abbiamo già assistito.
Qualche giorno fa ho fatto visita alle Guardie Svizzere – delle quali nel 2006 ho scritto la storia in occasione del loro 500esimo anniversario [pubblicata in italiano da Ancora, ndr] – che sono tanto gentili da parlare con me quando possono. Sono loro le uniche responsabili della incolumità fisica dei cardinali. Il governo vaticano, meglio: il Governatorato, come lo chiamano, ha invece la responsabilità della segretezza sul Conclave. A sua volta la Gendarmeria, ovvero la polizia vaticana, insieme ad esperti e consulenti esterni, ha il compito di rilasciare dispositivi di disturbo delle frequenze elettroniche per evitare fughe di notizie.
Abbiamo già visto come funzionino. E possiamo essere sorpresi del grado di permeabilità che un evento “segreto” come questo può assumere ai giorni nostri. L'ho detto in precedenza nel corso delle mie corrispondenze qui da Roma, ma se non si è in grado di fronteggiare il livello di segretezza che queste giornate debbono avere, e di lavorare affinché un processo delicato come l'elezione del pontefice possa andare in porto senza problemi, l'amministrazione del Vaticano richiede davvero una profondo processo di ristrutturazione.
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