Laici
per amore della religione
di
Joseph Ratzinger
L'idea di una religione
civile cristiana mi fa venire in mente l'opera di Alexis de Tocqueville,
"La democrazia in America". Durante i suoi studi negli Stati Unti, lo
studioso francese aveva constatato – per dirla in breve – che il sistema
di regole di per sé instabile e frammentario di cui, vista da fuori,
questa democrazia era costituita funzionava soltanto perché nella società
americana era vivo tutto un insieme di convinzioni religiose e morali di
ispirazione cristiano-protestante, che nessuno aveva prescritto o
definito, ma che veniva semplicemente presupposto da tutti come ovvia base
spirituale. Il riconoscimento di tali orientamenti di fondo, religiosi e
morali, che oltrepassavano le singole confessioni ma determinavano la
società dall'interno, dette forza all'insieme degli ordinamenti, definì i
limiti della libertà individuale dall'interno, offrendo proprio per questo
le condizioni di una libertà condivisa e partecipata.
Vorrei, a tale riguardo, citare un'espressione significativa di
Tocqueville: "Il dispotismo può fare a meno della fede, la libertà no".
John Adams si mosse nella stessa direzione quando disse che la
costituzione americana "è fatta soltanto per un popolo morale e
religioso". Benché anche in America la secolarizzazione proceda a ritmo
accelerato e la confluenza di molte differenti culture sconvolga il
consenso cristiano di fondo, lì si percepisce, assai più chiaramente che
in Europa, l'implicito riconoscimento delle basi religiose e morali
scaturite dal cristianesimo e che oltrepassano le singole confessioni.
L'Europa – contrariamente all'America – è in rotta di collisione con la
propria storia e si fa spesso portavoce di una negazione quasi viscerale
di qualsiasi possibile dimensione pubblica dei valori cristiani.
Perché? Come mai l'Europa, che pure ha una tradizione cristiana molto
antica, non conosce più un consenso del genere? Un consenso che,
indipendentemente dall'appartenenza a una determinata comunità di fede,
conferisca alle concezioni fondamentali del cristianesimo un valore
pubblico e portante? Siccome le basi storiche di tale differenza sono
note, sarà sufficiente farne un breve cenno.
La società americana fu costruita in gran parte da gruppi che erano
fuggiti dal sistema di Chiese di stato vigente in Europa, e avevano
trovato la propria collocazione religiosa nelle libere comunità di fede al
di fuori della Chiesa di stato. Il fondamento della società americana è
costituito pertanto dalle Chiese libere, per le quali – a causa del loro
approccio religioso – è strutturale non essere Chiesa dello stato, ma
fondarsi su un'unione libera degli individui. In questo senso si può dire
che alla base della società americana c'è una separazione fra stato e
Chiesa determinata, anzi reclamata dalla religione; separazione, di
conseguenza, ben altrimenti motivata e strutturata rispetto a quella
imposta, nel segno del conflitto, dalla Rivoluzione francese e dai sistemi
che a essa hanno fatto seguito. Lo stato in America non è altro che lo
spazio libero per diverse comunità religiose; è nella sua natura
riconoscere queste comunità nella loro particolarità e nel loro essere non
statali, e lasciarle vivere. Una separazione che intende lasciare alla
religione la sua propria natura, che rispetta e protegge il suo spazio
vitale distinto dallo stato e dai suoi ordinamenti, è una separazione
concepita positivamente.
Questa ha poi comportato un rapporto particolare tra sfera statale e sfera
"privata", del tutto diverso da quello che conosciamo in Europa: la sfera
"privata" ha un carattere assolutamente pubblico, ciò che è non statale
non è affatto escluso per questo dalla dimensione pubblica della vita
sociale. La maggior parte delle istituzioni culturali non è statale –
prendiamo le università oppure gli enti per la tutela delle discipline
artistiche eccetera; l'intero sistema giuridico e fiscale favorisce questo
tipo di cultura non statale e la rende possibile, mentre in Europa, per
esempio, le università private costituiscono un fenomeno recente e di
fatto marginale. Sicuramente è anche successo che le Chiese libere abbiano
considerato se stesse in modo piuttosto relativo, ma si sapevano comunque
unite da una comune ragione che andava oltre le istituzioni ed era la base
di tutto.
Naturalmente in tale contesto si annidano anche dei pericoli. Sembrano
esserci oggi alcuni circoli che rispolverano l'ideologia del WASP:
l'americano vero è bianco, di origine anglosassone e protestante. Questa
ideologia nacque quando la penetrazione da parte di gruppi di immigrati di
fede cattolica, soprattutto italiani, polacchi e gente di colore, sembrò
minacciare l'identità ormai consolidatasi dell'America. Essa è rimasta
valida fina al XX secolo, nel senso che, per poter aspirare a una
posizione importante nella vita pubblica americana, bisognava essere un
WASP. Ma in realtà la comunità cattolica si era già integrata
nell'identità americana.
Anche i cattolici riconobbero il carattere positivo della separazione fra
stato e Chiesa legata a motivazioni religiose, nonché l'importanza della
libertà religiosa da essa garantita. È anche grazie al loro significativo
contributo che si è mantenuta una coscienza cristiana nella società; ed è
un contributo ancora valido, in un momento in cui stanno avvenendo
radicali, profondi cambiamenti all'interno del protestantesimo. In quanto
si adeguano sempre più alla società secolarizzata, le tradizionali
comunità protestanti stanno perdendo la propria coesione interna e la
capacità di convincere; gli "evangelical", finora i nemici più agguerriti
del cattolicesimo, non solo vanno guadagnando sempre più terreno rispetto
alle comunità tradizionali, ma scoprono anche una nuova vicinanza con il
cattolicesimo, nel quale riconoscono un difensore, contro la pressione
esercitata dalla secolarizzazione, dei medesimi grandi valori etici da
loro stessi sostenuti; valori che vedono invece venir meno presso i loro
fratelli protestanti.
A partire dalla struttura del cristianesimo in America, i vescovi
cattolici americani hanno dato un contributo specifico al Concilio
vaticano II: la dichiarazione "Dignitatis Humanae" sulla libertà religiosa
ne è stata largamente influenzata e ha fatto confluire nella tradizione
cattolica, relativa alla libertà della fede, l'esperienza della "non
statalità" della Chiesa (che si era dimostrata condizione per conservare
valore pubblico ai principi cristiani fondamentali) come una forma
cristiana emergente dalla natura stessa della Chiesa. Oggi la società
americana, in parte a causa della forte penetrazione degli ispanici, in
parte per via della crescente pressione esercitata dalla secolarizzazione,
si trova a dover affrontare nuove gravi prove. Si può comunque dire –
almeno così mi sembra – che in America esiste ancora una religiose
cristiana civile, se pure seriamente minacciata e divenuta incerta quanto
ai contenuti.
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