
Il primo
"libro bianco" sull'energia pubblicato dal Governo cinese
di Francesco Prato
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Lo scorso 26 dicembre il
Consiglio di Stato di Pechino ha pubblicato il primo �libro bianco� sulla
politiche energetiche del Paese, che illustra analiticamente l�attuale
situazione, la strategia e gli obiettivi di sviluppo in campo energetico del
colosso asiatico.
Il dossier, di seguito
allegato, fa il punto sulla situazione energetica cinese evidenziando che dal
1980 al 2006 la domanda energetica interna � cresciuta ad un tasso medio annuo
del 5,6%, in corrispondenza di una crescita economica annua del 9,8%, e che i
consumi domestici pro-capite di carbone ed energia idroelettrica sono pari al
50% di quelli medi mondiali, mentre quelli di petrolio e gas sono circa 1/15
di quelli mondiali.
Questi dati causano
preoccupazione nella comunit� internazionale, che infatti ritiene che il
continuo rapido aumento del prezzo del petrolio, e di conseguenza del gas e
delle altre fonti d�energia, sia anche diretta conseguenza della crescente
domanda dei Paesi in via di sviluppo (Cina, India e Brasile) e che teme la
loro concorrenza per l�approvvigionamento di fonti energetiche anche da Stati
invece boicottati dalla comunit� internazionale, quali Iran e Sudan.
L�Agenzia Internazionale
per l�Energia (AIE) prevede infatti che entro 10 anni la Cina consumer� un
quantitativo di energia maggiore di quello consumato degli Stati Uniti.
In risposta, il �libro
bianco� evidenzia che la Cina ha per lungo tempo coperto da sola il 90% del
proprio fabbisogno energetico e che stima di avere scoperto �solo il 13% dei
suoi giacimenti di carbone, il 14% di gas naturale e il 33% di petrolio, e di
avere usato solo il 20% del proprio potenziale idroelettrico�. Il Governo
cinese respinge cos� l�accusa di accaparrarsi le risorse energetiche mondiali
precisando che, anche se la sete della Cina per l�energia cresce, il Paese
�non � stato e non diventer� una minaccia per il fabbisogno mondiale�, perch�
sfrutter� anzitutto le proprie riserve di carbone e di gas naturale,
svilupper� fonti alternative e migliorer� l�efficienza. Nel documento si
sottolinea anche che la via per ridurre l�inquinamento del pianeta � la
collaborazione di tutti i Paesi nella ricerca di energie pulite.
Il rapporto precisa poi
quali sono le strategie e gli obiettivi per il futuro: risparmio energetico,
sviluppo della tecnologia, aumento della capacit� produttiva nazionale,
attrazione di capitali stranieri e tutela dell�ambiente. Ampio spazio viene,
in particolare,� riconosciuto alle fonti rinnovabili. Pechino punta, infatti,
su idroelettrico, solare ed eolico, oltre che sul nucleare. Tuttavia, il
documento avverte che �l�uso del carbone rester� primario e immutato per lungo
tempo�. Il carbone infatti fornisce circa il 70% dell�energia necessaria al
Paese, trasformando in quest�ambito Pechino nel primo produttore di gas serra.
Nel libro bianco si
ribadisce infine anche l�esigenza di proseguire nel processo di riforma
dell�intero sistema dei prezzi dell�energia, sussidi inclusi, allo scopo di
favorirne un progressivo allineamento con quelli internazionali.
Il documento, seppur
apprezzato per la sua franchezza, � stato tuttavia visto da molti solo come il
tentativo di placare la preoccupazione della comunit� internazionale sulla
fame energetica della Cina.
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