Leadership, etica e creatività. Le parole chiave della sfida centrista
di Fabio G.
Angelini
La campagna elettorale è ormai
iniziata e i principali pretendenti (PD e PdL) sono ai nastri di partenza.
Diversamente dalle previsioni, però, una novità c’è: si tratta di quello
spazio politico che si è improvvisamente aperto tra Partito Democratico e
Popolo della Libertà e che può raccogliere una significativa percentuale di
consensi. Uno spazio in cui sono strategicamente posizionate tre forze
politiche di ispirazione cattolica quali l’UDC, la Rosa Bianca e l’UDEUR.
Probabilmente, per il centro
moderato, si tratta dell’ultima chiamata. Dell’ultima occasione per
scardinare l’attuale sistema bipolare e sciogliere i nodi che da
tangentopoli ad oggi ci portiamo dietro. In questo senso, la sfida che
attende le forze di centro è quella di favorire il passaggio ad un sistema
politico basato su salde fondamenta istituzionali e su un insieme di
principi e di norme di condotta intonati a una maggiore etica pubblica e al
perseguimento del bene comune. È chiaro a tutti, infatti, che
una forza di centro moderata e dialogante può divenire garanzia di stabilità
e di governabilità molto più di un premio di maggioranza conferito ad un
contenitore politico privo di anima, di passione e di piattaforme
programmatiche davvero condivise come PdL o PD. Le cronache di questi anni
hanno impietosamente fotografato la situazione di un Paese che fatica a
trovare momenti di coesione. E ciò è particolarmente grave perché la nostra
storia ci insegna che è proprio lo spirito di coesione ad aver alimentato la
rinascita e lo sviluppo economico italiano a partire dal dopoguerra ad oggi.
Il centro del sistema politico
può tornare protagonista solo se sarà in grado di rialzare coraggiosamente
il tricolore e di fare un deciso salto di qualità come seppero fare Giolitti
e de Gasperi nella politica; Agnelli, Valletta, Pirelli e Mattei
nell’industria; e Mattioli, Cuccia e Carli nella finanza. La partita dello sviluppo ed
il futuro del nostro Paese, nelle prossime elezioni, si giocherà e si
vincerà al centro. Infatti, e c’è da scommetterci, solo chi saprà proporsi
come forza moderata, capace di porre al centro della propria azione il tema
del bene comune, la riforma morale della politica e la promozione dell’etica
nell’economia e nella società, potrà innescare una volta per tutte, il
circolo virtuoso dello sviluppo migliorando le condizioni di vita degli
italiani. Per questo i partiti di centro
devono impegnarsi a dar vita ad un’iniziativa politica unitaria capace di
creare consenso piuttosto che di alimentare divisioni e veleni; in altri
termini, di fare gioco di squadra e di trasmettere fiducia. Da questo punto di vista,
cruciale per vincere questa sfida risulta essere non soltanto il possibile
ed auspicabile accordo tra UDC e Rosa Bianca che dovrebbe porre le
condizioni per la nascita di una forza popolare e liberale, moderna e
riformista, ma la classe dirigente che sarà chiamata a realizzarne il
progetto politico e su cui gli elettori (specie quelli ancora indecisi)
saranno chiamati a scommettere. Ciò, a maggior ragione, in un
momento come quello attuale di evidente crisi delle élites dirigenti (e non
solo politiche) il cui sintomo più evidente è dato dall’indebolimento delle
passioni civili che, come ammoniva Tocqueville, genera un appiattimento
mediocre sul presente, la perdita del legame sociale e la scomparsa del
futuro come orizzonte progettuale. Il terreno giusto, come sta puntualmente
accadendo, per coltivare illusioni a buon mercato, consegnate a qualche
messia di passaggio. In un clima politico in cui
sembrano ormai definitivamente svanite le componenti di una vita
“interiormente ricca” quali l’etica dei valori condivisi, la cultura della
cura degli interessi collettivi e la dedizione alle grandi questioni, la
portata innovativa della proposta centrista passa necessariamente attraverso
la selezione di una classe dirigente caratterizzata da leadership, senso
etico e creatività. Tre semplici parole che fanno a loro volta rima con
passione per il prossimo, amore per la vita, visione strategica, senso
morale, legalità, autorevolezza, competenza, capacità di far convergere
interessi diversi e autonomia decisionale. Sono queste (e non altre) le
parole chiave e vincenti su cui il centro moderato, nelle prossime elezioni,
può e deve scommettere per il bene del Paese. vai indietro |